BEAT TIME. BEAT CANCER. INTERVISTA A ROBERTO PISTOLATO

BEAT TIME. BEAT CANCER. INTERVISTA A ROBERTO PISTOLATO

Conosce l’Associazione AVAPO Mestre e come si è avvicinato?

Si, conosco Avapo molto bene perché ho dovuto richiederne intervento in un paio di momenti difficili che hanno toccato persone a me care. Fin da subito ho potuto cogliere e apprezzare l’umanità e la delicatezza che il personale Avapo dimostra nei confronti del paziente e dei suoi familiari.

Lei ha fondato ed è presidente di “Ciani forever” in particolare di cosa si occupa questa associazione?

Ho creato l’associazione Ciani 4Ever, assieme ad un ristretto gruppo di amici, a seguito della morte di Ciani (Gianluca), mio fratello. Attraverso il nostro operare desideriamo ricordarlo, facendo opere di bene. In particolar modo ci teniamo a sostenere direttamente e indirettamente le persone che stanno attraversando momenti difficili, in quanto affette da patologie oncologiche.

L’iniziativa che ci caratterizza di più nasce dal fatto che: Ciani era un Batterista, amico di tantissime persone. Una persona che amava la vita, che amava fare festa e suonare. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare un evento. Il “Ciani Live Aid”, un Festival Rock che si svolge tra fine agosto e i primi di settembre, in concomitanza con il compleanno di Ciani, il 31 Agosto. Un Festival in piena estate, dove la musica la fa da padrona, con un palco importante ed una qualità sonora e scenografica che ci ha portato molti complimenti da parte del pubblico, ma soprattutto da parte delle tante band che hanno partecipato nelle edizioni del 2019 – 2022 -2023. Ci siamo dovuti fermare nei due anni del covid. Ma il CLA non è solo musica; è anche Food & Beer con una cucina importante e chioschi che distribuiscono birre e snack a spron battuto. Un gruppo di 150 volontari che, con passione, determinazione, ma soprattutto con il sorriso, si occupano e preoccupano di far divertire e far star bene tutti gli avventori del CLA.

L’obiettivo è quello di raccogliere fondi per migliorare la vita dei pazienti oncologici. Nei 5 anni di attività, siamo riusciti a donare ad Avapo, IOV e altre piccole associazioni del territorio, oltre 100 mila euro. Nello specifico ad Avapo abbiamo donato un furgoncino, un ossigenatore, degli ausili per i pazienti e a giugno arriverà un nuovo furgone, grazie anche al nostro importante contributo. L’obiettivo 2024 per e con Avapo è contribuire all’acquisto di un automezzo da adibire a servizio Taxi per trasportare i bambini sottoposti a trattamenti, da casa agli ospedali di riferimento e all’Istituto Oncologico Veneto. Un altro progetto ambizioso che vogliamo assolutamente raggiungere e portare a termine.

 Durante gli eventi e le attività noi ricordiamo il nostro Ciani, ma ognuno dei presenti ricorda il proprio caro, per questo motivo le forti emozioni in circolo sono palpabili a tutti i livelli.

Secondo lei il volontariato nella nostra città ha un’eco d’impatto o ancora c’è un certo scetticismo in questo senso dovuto forse alla scarsa comunicazione e diffusione?

La nostra città è popolata da un folto numero di persone che si dedicano al volontariato. Persone che donano il loro tempo libero e sacrificano giornate di ferie, per aiutare “chi è meno fortunato”. Persone che spesso operano in modo silenzioso, senza farsi notare, ma con serietà e dedizione. Non nascondo che a volte ci si deve confrontare con lo scetticismo di alcuni, ma fa parte dell’altro lato della medaglia. Chi opera per fare del bene non teme le critiche e continuerà a farlo. Noi, ad esempio, continuiamo a ricevere ogni anno nuove adesioni di volontari, senza i quali il Ciani Live aid non potrebbe esistere. Questo ci rincuora e ci dà ancora più energia che veicoliamo in quello che facciamo. Chi scopre il volontariato, spesso poi fatica a farne a meno. Anche le sponsorizzazioni sono indispensabili, ci permettono di sostenere parte dei costi di struttura, in cambio di visibilità su una platea che nella scorsa edizione ha superato le 10 mila persone.

Oltre al suo forte impegno nel volontariato di cosa si occupa e qual è la sua professione?

Faccio l’imprenditore; ho un paio di aziende. Una nel mondo dei Dispositivi di Protezione Individuali e dell’abbigliamento da lavoro e una seconda che produce tecnologia laser per uso Medicale e Veterinario.

 A Mestre da diverso tempo si è creato un clima di tensione per i numerosi episodi di violenza di vario genere. Gli abitanti hanno paura ad uscire la sera, lei cosa ne pensa?

La nostra città sta crescendo e questo ci porta, tra i vari fenomeni, anche ad una nuova dimensione di confronto con nuove popolazioni, nuove abitudini e stili di vita. Questo a volte fa puntare il dito verso il diverso da sé, senza cognizione di causa. Io sono convinto che c’è bisogno di accoglienza e rispetto nei confronti di tutti, ancor più di chi cerca una vita dignitosa nella nostra città. Allo stesso tempo dobbiamo pretendere il rispetto delle più semplici norme di comportamento, che a volte vengono trasgredite con facilità, anche dagli autoctoni.

Un tema ricorrente è quello del suicidio assistito con l’assistenza diretta del servizio nazionale. Su questo argomento è intervenuto più volte anche il papa e il nostro patriarca Francesco Moraglia. Qual è il suo parere?

Il mio parere è che la vita deve essere rispettata sempre e comunque. Per questo motivo sono convinto che le persone debbano essere aiutate ad affrontare i momenti difficili che incontrano, anche quelli che possono sembrare insopportabili. Conosco persone che hanno malattie degenerative gravi, che hanno un destino segnato e chiaro, ma che hanno una vitalità dentro e un desiderio di urlarla al mondo che sbalordisce. È vero anche che ci sono persone che non hanno questa forza e questa “fortuna”. Bisognerebbe forse dare loro la possibilità di poter scegliere? Personalmente non ho la soluzione, amo troppo la vita.

I giovani dovrebbero essere informati maggiormente e con quali mezzi. La comunicazione diffusa, incontri nelle scuole, convegni?

 Credo che la domanda si riferisca alla precedente? Quindi rispondo come segue: Il “male di vivere” sta colpendo sempre più spesso i giovani, che si manifesta attraverso variegate forme di disagio sociale, psichico, emotivo, troppo spesso correlate alla fragilità delle figure adulte di riferimento. Noi adulti abbiamo un compito importante: quello di prenderci cura di noi e di insegnare a bambini e ragazzi a prendersi cura di sé, aiutandoli a vedere oltre la punta del loro naso o le mura della propria cameretta. Nel 2018 assieme agli amici della Parrocchia Santa Maria Goretti di Mestre, abbiamo portato al parco Bissuola lo spettacolo “Seguimi”, recitato da 85 ragazzi della Comunità Cenacolo di Madre Elvira. 7000 persone di tutte le età, in tre giorni, hanno partecipato alle 4 rappresentazioni, comprese diverse scuole del territorio al sabato mattina. Ci sono giovani di ogni età che si avvicinano alla comunità perché hanno toccato il fondo. Tossicodipendenza, alcolismo, depressione, Ludopatia, disturbi alimentari, tutte persone che grazie alla comunità e alla preghiera sono ritornati a vivere, con una luce diversa negli occhi, ma soprattutto con la chiarezza che la vita va vissuta fino in fondo. Anche quando sembra tanto ingiusta e in salita, c’è sempre il bicchiere mezzo pieno, c’è sempre un motivo per ringraziare, sempre.

Un’ultima domanda. A Mestre e dintorni siamo attrezzati verso le persone diversamente abili? Abbiamo raggiunto un buon livello di abbattimento delle barriere architettoniche nel nostro territorio, ma quello sul quale bisogna lavorare è l’educazione delle persone. Troppe sono le situazioni dove vengono occupati parcheggi per disabili o si ingombra una rampa del marciapiede con uno scooter. Con l’associazione “Amici della Laguna e del porto” abbiamo organizzato negli anni scorsi, ben 4 “Play day” tra Porto di Venezia e impianti sportivi di Marcon. Per ogni evento abbiamo accolto quasi 1.500 ragazzi delle scuole materne, elementari e medie, ai quali abbiamo parlato di disabilità ed inclusione. Abbiamo fatto dei concorsi e premiato disegni che sono diventati segnali stradali per il parcheggio disabili. Li abbiamo poi installati in diversi parcheggi della zona, grazie anche alla collaborazione dei Comuni del territorio e di alcune attività commerciali. Alcuni genitori ci hanno confidato in seguito che sono proprio i figli a rimproverare gli adulti se non rispettano queste semplici ma essenziali regole di rispetto. Il compito di noi adulti è quello di mettere un buon seme in loro e fare in modo che possa crescere e portare frutti di generosità e altruismo. Evviva i giovani e quello che riusciranno a fare.

Anche tra i volontari del Ciani Live Aid abbiamo una forte richiesta di partecipazione di ragazzi e bambini che vogliono fare i volontari, e questo è un ottimo segno! Vi aspettiamo dal 29 agosto al 1° settembre per quella che sarà una edizione del Ciani Live Aid versione “Extra Large”, 4 giorni al posto dei precedenti 3, a Zelarino presso gli impianti sportivi in via Castellana. Viva il volontariato, viva il Ciani che ognuno ha nel cuore!!

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Valter Esposito

Direttore responsabile di “Per Mano”

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