LA SCATOLA DI CIOCCOLATINI

LA SCATOLA DI CIOCCOLATINI

Già da giovane non ho mai capito che senso avesse etichettare una persona come disabile. Nelle scuole i docenti lo sanno che gli studenti sono tutti unici, ognuno con i propri talenti, ognuno con le proprie abilità e spesso avere in classe un bambino o una bambina considerati “diversi” diventa un valore aggiunto e fonte di infiniti insegnamenti. Non molto tempo fa mi è capitato di riguardare il film “Forrest Gump”, uno dei film cult della mia vita. Si tratta di una fiaba particolare a lieto fine che genera molte riflessioni su come sarebbe bello educarsi ed educare ad affrontare la vita, con semplicità ed “animo puro”. Per questo ho pensato per tanto tempo di scrivere di questo nello spazio dedicato al Settore scuola in questa rivista. Già il fatto che Forrest fosse una persona con delle limitazioni intellettuali (che forse limitano gli altri nell’approcciarsi a lui, ma non certo lui al suo quotidiano) la dice lunga sul messaggio che il film vuole dare.

Di Forrest ho amato la lealtà e il coraggio, ammirato l’onestà e la determinazione, niente era di ostacolo per lui nell’affrontare le tante difficoltà della vita. Questa è la prima cosa che impariamo da chi si deve rapportare con il quotidiano con una disabilità.

 La frase iconica, poi, che paragona la vita ad una scatola di cioccolatini (non sai mai quello che ti capita) dovremmo, a mio modo di vedere, ricordarla tutti come un consiglio che in un certo modo ci prepari alle eventuali burrasche che possono accadere, per darci maggiore forza nell’affrontarle. Caro Forrest, immagino tu possa rappresentare tutte quelle persone che si spendono almeno un poco per il prossimo e anche con un piccolo gesto lo sostengono.

Caro Forrest così solido, così amabile, così gentile, facciamo che prendiamo tutti esempio da te, in questa società che ci vuole tutti omologati e performanti. Caro, caro Forrest

Micaela Velli

Responsabile Avapo Settore Scuola

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